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giovedì 4 febbraio 2010

Canzoni: versioni studio o versioni live?

Canzoni: meglio le versioni studio o quelle live?

Spesso mi sono fatto questa domanda senza riuscire a darmi una risposta ed oggi vorrei affrontare questo argomento con voi.

La versione studio ha una notevole importanza perchè ha come prerogativa quella di tendere alla perfezione: il lavoro fatto in studio di registrazione gioca un ruolo fondamentale affinchè l'album venga realizzato e persentato al meglio sul mercato dicografico, come la vetrina di un negozio viene ben allestita al fine di attirare un maggior numero di clienti.
Comunque, tornando a noi, la versione studio è senz'altro la base che a mio avviso determina l'approccio ad una canzone: l'impatto non è necessariamente decisivo,  poichè riascoltandolo più volte molto spesso ci capita di innamorarci di un pezzo fino a farlo nosrto, fino a riconoscerlo in ogni piccolo dettaglio testuale e strumentale. E l'immagine di quella canzone verrà identificata nella versione studio.

Però la versione live è un'altra cosa, per diverse motivazioni oggettive e soggettive.
Innanzitutto in un concerto dal vivo si nota il vero valore di un gruppo musicale, perchè lo studio di registrazione è in grado di fare miracoli in quanto alla sonorità degli strumenti ed alla voce del cantante.
Invece in una versione live non si può barare: si evince la capacità vocale e scenica del cantante: egli deve dimostrare di avere una buona voce, una buona resistenza (poichè un concerto dura di norma due ore), di saper andare a tempo e di essere in grado di reggere il palco anche in base alla reazione del pubblico.
La stessa cosa vale anche per gli atri componenti del gruppo, che andando a tempo devono cercare di seguire con precisione la linea guida del pezzo e saper improvvisare senza sbagliare.
Il risultato deve essere una buona performance corale dove ogni componente del gruppo deve sposarsi l'uno con l'altro, come se fosse un tutt'uno, mentre spesso capita che la band risulti essere un puzzle neanche tanto ben riuscito.Poi c'è la parte soggettiva: la versone live trasmette carica ed energia, e tu, che sei legato alla versione studio di cui ormai conosci ogni dettaglio, ti trovi spiazzato di fronte ad un chitarrista o ad un tastierista i quali, rincorrendosi in soli improvvisati, ti danno l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo che la versione studio non poteva più darti.
A volte la canzone viene addirittura riarrangiata come nel caso di "Once upon a time in the west, facente parte del  famosissimo Alchemy live dei Dire Straits: confrontatela con l'originale versione studio!

"Once upon a time in the west" (alcheny live)



Prima parte




Seconda parte





Concludo dicendo che a volte, in una versione live, hai la possibilità di innamorarti anche di una stecca del chitarrista, perchè questa stecca ti fa capire che la musica su un palco viene fatta con cuore ed anima, con il rischio anche di sbagliare qualcosa, il che forse ci rende ancora più vicini all'artista: infondo è umano anche lui.
Guardate ora questa versione live di "Sultans of Swing" dove Mark Knopfler all'inizio ha qualche problema, poi li stende tutti.

"Sultans of Swing" (rock palast live)




Ciao a tutti ed alla prossima....


6 commenti:

  1. Drake, ho fatto un casino!
    Scusa ho cancellato tutto - ricostruisco la discussione.
    Ciao

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  2. Da Drake

    Difficile dire quale sia meglio, io di solito mi innamoro della prima versione che sento, non importa se sia live o da studio. Comunque è una cosa che varia: io ad esempio fino a poco tempo fa prediligevo le versioni studio e snobbavo quelle live in quanto le consideravo "imperfette". In fondo un artista dopo 2 ore che canta e salta su un palco non potrà essere perfetto. Ora però ho rivalutato moltissimo le versioni live, per lo meno quelle fatte bene. In alcune assapori qualcosa in più che l'artista ha trasmesso in quell'occasione.

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  3. Si hai ragione, in effetti io sono partito dal presupposto che normalmente la prima versione che si ascolta sia quella in studio ed in effetti non è sempre così...
    Io non ho mai snobbato nè l'una nè l'altra proprio per il fatto che, come dicevi tu, in un live ti viene trasmesso qualcosa in più rispetto alla versione studio.
    Grazie e Ciao

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  4. Da Drake

    Prima ascoltavo i pink floyd e mi è venuo in mente "shine on you crazy diamonds". Una canzone meravigliosa che apre il disco Wish You were here. Eppure continuo a preferire la versione live di "Delicate sound of thunder" nonostante in quest'ultimo album mancasse Waters, questa versione ha qualcosa di più, forse dovuto alla maggiore "maturità" dei musicisti o alla magia del concerto, o magari perché mancando Waters Gilmour ha potuto dare sfogo alle sue fantasie. Comunque sia è fantastica.

    P.S. Sai che Once upon a time in the west non l'avevo mai ascoltata prima di vedere il filmato che hai messo tu? È stata veramente una piacevole scoperta.

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  5. Beh "Shine on you crazy diamond" è una canzone veramente stupenda!
    Io amo molto le canzoni in cui ci sono lunghi soli di chitarra ch diventano vera e propria poesia espressa attraverso uno strumento.
    Sicuramente la maturità del gruppo e la mancanza di Waters hanno dato la possibilità a Gilmour di lasciarsi andare.
    Adoro il suo stile perchè il suono della sua "Fender Stratocaster" è inconfondibile (è una replica del 1984 della Candy Apple Red '57 completata da un set di EMG DG-20 pickup con i controlli dei toni rimpiazzati da un mini boost EMG SPC e un filtro passabanda EXG).
    Comunque penso che con il passare del tempo l'artista, avendo la possibilità di suonare più volte uno stesso pezzo, lo faccia sempre più suo abbandonandosi a diverse improvvisazioni con una conseguente serie di sfumature che nell'originale ovviamente sono assenti.
    Anche "Wish You were here" live è fantastica...
    Parlerò presto anche dei Pink Floyd.
    Grazie e a presto.

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  6. Non ti preoccupare, capita! Attendo con anzia il tuo post sui Pink Floyd. Anche perché riesci a trovare sempre dei video molto interessanti, chissà sui PF cosa ci farai ascoltare!

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