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venerdì 27 novembre 2009

Eagles: Hotel California

Impresa ardua cercare di abbozzare una sorta di "recensione" di una delle canzoni storiche maggiormente conosciute ed apprezzate, un capolavoro che è riuscito a mettere d'accordo pubblico e critica.

"Hotel California" è una ballata che dà il nome forse al miglior disco degli Eagles, anche se personalmente apprezzo tutta la loro discografia pur non essendone un fan sfegatato.
Non a caso il rock arricchito di caldi colori country degli Eagles, pur essendo americano per eccellenza, ha trovato un riscontro molto positivo che ha permesso loro di entrare fra i grandi dell'Olimpo del Rock. Però nel loro caso il termine "commerciale" non è sinonimo di "spazzatura" come spesso accade, perchè se da un a lato i testi a volte non sono di una profondità eccelsa, non si può non riconoscerne la loro tecnica pregevole, la cura nei minimi particolari, l'inventiva e la creatività melodica.
Aggiungo che gli Eagles sono uno dei pochi gruppi dove non esite un leader vocale, e questo è un fatto di grande originalità da non trascurare che mette in risalto, far le altre cose, la loro capacità di mettersi in gioco.

Il testo della canzone narra la storia di un viaggiatore che, lungo una strada buia, vede in lontananza lo scintillìo delle luci di un bellissimo albergo nel quale decide di fermarsi per trascorrere la notte: l'abergo ovviamente si chiama "Hotel California".
Dapprima il viaggiatore è attratto da un "un intenso profumo di colitas", termine che sta ad indicare una varietà di cannabis e che lo stesso Don Henley, membro della band e compositore della canzone insieme a Glenn Frey, ha definito anni dopo come un "inebriante fiore del deserto".
Successivamente, ritta sulla soglia dell'hotel, lo attende una bellissima donna che come facilmente si intuisce dal testo è solita lasciarsi andare a riti orgiastici.
Il viaggiatore si perde, trascorre lì la serata, udendo voci che lo invitano a trattenersi in un posticino così accolgiente pieno di tante promesse ("Benvenuto all’Hotel California, un posticino così accogliente - Abbondanza di camere all’Hotel California puoi trovare qui, ogni giorno dell’anno").
Nella parte finale il viaggiatore impaurito cerca di fuggire, ma il portiere di notte gli dice che da quell'albergo, sebbene possa pagare quando vuole non se ne potrà mai andare.

Per tutta la durata del brano, compreso il lungo e magistrale assolo finale di chitarra elettrica, lo scenario è tipicamente californiano.
Siamo immersi nelle sterminate distese, aride ed assolate degli stati della West Coast americana, nella foschia di un caldo tramonto, dalla quale emerge il luccichìo delle insegne di un hotel speduto in mezzo al deserto, di una meta agognata quanto indefinita che simboleggia "il sogno americano", al quale subentra inevitabilmente la sensazione fredda di un graduale ritorno alla cruda realtà.
Quello degli Eagles è un sorta di country-rock, più rock che country, poichè quest'ultima componente si limita all'uso virtuosistico e massiccio delle chitarre acustiche.
La loro ispirazione musicale nasce proprio da questi ambienti leggendari e dal loro mito, ossìa uno dei tanti fatiscenti miti americani, la cui oscura vulnerabilità è facilmente riscontrabile osservando la realtà delle strade degli Usa, che se vogliamo essere realisti, è ben diversa. Ma almeno con la musica si può sognare un' America che non esiste più, e che forse non è mai esistita.

A questo brano sono stati attribuiti diversi significati, addirittura alcuni riferimenti satanici.
A mio parere qui il tema principale è quello della droga e della dipendenza da uno stile di vita che prima ti affascina, poi ti inebetisce, ti porta ad una condizione di prigionia fino a distruggerti negandoti ogni possibilità di redenzione. E’ un brano di gande profondità e di gande tristezza.
Un vero e proprio ritratto di quella california del sud così acclamata ed agognata come luogo dei sogni, ma che nasconde realtà inquietanti: droga, alcool...
E noi sappiamo bene nel nostro piccolo cosa voglia dire essere prigionieri del vizio,di qualsivoglia natura esso sia, e di quanto sia difficile liberasene.
Tutti abbiamo dei vizi, e chi non ne ha forse è perchè non è in grado di rendersi conto di averne.


Traduzione

Tratta da http://iltorto.it/?p=37

Hotel California – The Eagles – 1976

Lungo un’autostrada buia e deserta, vento freddo tra i capelli,
un intenso profumo di colitas 2 si libra nell’aria
Quand’ecco che vedo in lontananza una luce scintillante
La mia testa si era fatta pesante, la vista sempre più fioca.
Dovevi fermarmi per la notte.

Lei stava ritta sulla soglia, io sentiì il campanello d’allarme,
e stavo pensando tra me e me
“Questo può essere il Paradiso o anche l’Inferno”.
Poi lei accese una candela, e mi mostrò la strada.
Si udivano voci nel corridoio, mi sembrava che dicessero:

Benvenuto all’Hotel California
un posticino così accogliente
(un’accoglienza così positiva)
Abbondanza di camere all’Hotel California
puoi trovare qui, ogni giorno dell’anno.

La sua mente è piacevolmente distorta,
lei ha una “Mercedes bends” 3
Ha avuto tanti ragazzi carini, che lei chiama amici
che ora ballano nel cortile, sudati per la dolce estate,
alcuni danzano per ricordare, alcuni per dimenticare.

Così chiamai il “Capo”:
“Per favore, mi porti il mio vino” e lui rispose:
“Non abbiamo più quel tipo di vino dal 1969″
Ed ancora le voci si facevano udire in lontananza
ti svegliavi nel mezzo della notte, solo per sentirle sussurrare:

Benvenuto all’Hotel California
un posticino così accogliente
(un’apparenza così positiva)
Si godono la vita all’Hotel California
Che bella sorpresa! Procurati i tuoi alibi!

Specchi sul soffitto, champagne rosè con ghiaccio, Lei disse:
“Qui siamo tutti prigionieri del nostro capriccio”
E nella camera del padrone si sono radunati per la festa:
l’hanno pugnalato con i loro coltelli d’acciaio,
ma non sono riusciti ad uccidere la bestia.

L’ultima cosa che ricordo, stavo correndo verso la porta,
cercavo di tornare indietro da dove ero venuto.
“Rilassati” mi disse l’uomo notturno4 Noi siamo qui per accogliere;
puoi lasciare la stanza e pagare quando vuoi,
ma non potrai mai partire.

2. Varietà di marijuana
3. Si riferisce al fatto che la ragazza era “sballata” dalla droga
4. Si tratta dell’uomo alla reception dell’hotel

7 commenti:

  1. Ciao, sono passato a visitare il tuo blog... mi piace, continuerò a leggerlo con attenzione.

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  2. Ciao,

    hai fatto bene a prendere il testo... Bel blog, ti metto nel blogroll se vuoi...

    A presto

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  3. Ciao Shur, sono Peppe, volevo ringraziarti sul tuo spazio, oltre che già sul mio, per aver commentato il mio post. Sai, credo che la musica sia una componente fondamentale della mia vita, e spero nella vita di tutti. Io la ascolto mentre scrivo sulla rete, mentre cazzeggio sui siti, mentre passeggio per starda se sono da solo, mentre lavoro il mio I pod va a palla!
    E trovare un altro musicofilo fa sempre piacere, specialmente se è un intenditore, e da quel che ho letto su questo post, e quel che hai commentato sul mio, credo tu lo sia. Se non ti spiace, linkerei il tuo blog sul mio......aspetto tue notizie, un saluto

    Peppe

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  4. Ciao Peppe, certo che puoi linkare il mio blog sul tuo - io ti includerò tra i miei preferiti.
    Grazie e continua così (mettici del tuo).
    A presto

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  5. Ciao Mr Gatto, se ti piace il blog sei liberissimo di mettermi nel blogroll.
    Spero che l'articolo ti sia piaciuto e come ti ho detto non sono riuscito a trovare traduzione migliore (ma come vedi ho specificato che è un tuo lavoro ed ho incluso il link).
    Grazie per avermi visitato e per i complimenti al blog.
    Ciao

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  6. Grazie anche a te Nurix per i complimenti. Ti ho già risposto anche per mail ma desidero farlo anche qui, nel mio spazio.
    Un saluto

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  7. Interessanteblog, molto...Anche perchè finalmente qualcuno da spazio alla vera musica... Segirò volentieri e con attenzione...

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